09 dicembre 2012

La Ginkgo biloba si evolve... dott Fabio Fierazuoli




L'analisi delle reazioni avverse di piante medicinali produce fortunatamente conoscenze utili non solo alle autorità regolatorie, professionisti e ricercatori, ma anche alle aziende e, in ultima analisi, agli utilizzatori finali. Un esempio concreto ci viene offerto dalla ricerca tecnologica applicata alla Ginkgo biloba, finalizzata a valutarne l'efficacia, ma prima ancora a rendere disponibile il meglio in termini di qualità e sicurezza della materia prima. Obiettivo: ridurre il rischio di effetti collaterali e interazioni farmacologiche. Ecco allora che se negli ultimi 20 anni sono comparsi i primi estratti titolati e standardizzati sia in flavonoidi sia in derivati terpenici, solo recentemente la tecnica estrattiva e quella farmaceutica hanno fatto passi da gigante, con una crescita esponenziale. Si è prima arrivati ad un estratto anche depurato dagli acidi ginkgolici, responsabili di orticaria, diarrea e cefalea: flavonoidi 24%, derivati terpenici 6%, acidi ginkgolici < 5 ppm (EGb 761,  LI-1370). Queste ottime caratteristiche qualitative sono state poi amplificate migliorandone stabilità e biodisponibilità con carrier biologici come i fosfolipidi della soia. Oggi  sono pertanto superate le vecchie preparazioni a base di Ginkgo (tisane, polveri o tinture), che non consentivano l'eliminazione del solvente né la titolazione dei principi attivi, per lasciare il posto a estratti estratti frazionati, e tra questi in particolare due:
  1. il fitocomplesso a prevalente componente terpenica, responsabile dell'attività anti-PAF, e clinicamente impiegabile nella terapia delle patologie allergiche
  2. il fitocomplesso dei soli flavonoidi (VR456) che, in assenza di ginkgolidi (le sostanze dotate di attività antiaggregante piastrinica), consente di evitare i rischi della Ginkgo nei pazienti in terapia con antiaggreganti e anticoagulanti, fornendo al tempo stesso un supporto terapeutico ai nostri pazienti cerebrovascolari,
Lasciando al prossimo futuro gli estratti veicolati in forma nanomolecolare, quelli frazionati "evoluti" sono già disponibili anche nel nostro paese.

Fabio Firenzuoli
Centro di Medicina Integrativa
AOU Careggi - Università di Firenze