27 gennaio 2012

Agopuntura e tiroide



21 novembre 2011
Autore: Prof. Claudio Corbellini
PATOLOGIE TIROIDEE
L’agopuntura tratta con successo la tiroidite di Hashimoto.
E’ come sempre fondamentale la collaborazione con gli specialisti in questo caso gli endocrinologi.
La tiroidite di Hashimoto, chiamata anche  tiroidite cronica autoimmune, che è stata individuata dal Dr. Hashimoto nel 1912, è tra le più comuni e frequenti patologie tiroidee, è la prima causa di ipotiroidismo primario colpisce il 5-15% nelle donne ed il 1-5% negli uomini.
E’ una malattia  a patogenesi autoimmune, caratterizzata da una cronica infiltrazione linfocitaria e dalla frequente evoluzione verso l’ipotiroidismo. Sono presenti autoanticorpi: anti-tireoperossidasi (anti-TPO) e anti-tireoglobulina (anti-TG), fondamentali per la diagnosi.
La Tiroidite di Hashimoto  è l'infiammazione della tiroide  più diffusa. Frequente la familiarità,  è  6 volte più frequente nella donna rispetto all'uomo; la sua incidenza aumenta con l'età.
E' una malattia di tipo "autoimmune" cioè determinata da un’aggressione del proprio sistema immunitario che ne causa  la progressiva distruzione  con insorgenza di ipotiroidismo.
La Tiroidite di Hashimoto ha una sintomatologia estremamente  variabile a seconda della reattività individuale, dell'età e la eventuale presenza di altre malattie concomitanti.
La forma acuta, poco frequente determina una rapida distruzione ghiandolare con liberazione nel sangue di ormoni tiroidei: la tiroide in genere è dolente, ingrossata e si manifestano i sintomi tipici dell'ipertiroidismo :tachicardia, astenia, dimagramento, febbre, insonnia etc...
Nella maggior parte dei casi invece l'esordio è lento e spesso asintomatico o paucisintomatico, infatti per molto tempo la tiroide può  mantenere una normale produzione ormonale ed i sintomi insorgono solo quando c'è l'evoluzione verso l'ipotiroidismo.
Infatti, la Tiroidite di Hashimoto è, infatti, la principale causa d’ipotiroidismo. L'evoluzione, spesso inavvertibile lenta, verso una ridotta funzionalità tiroidea è, infatti, frequente. Occorre eseguire periodicamente controlli ormonali. I sintomi tipici dell'ipotiroidismo sono il facile affaticamento, umore depresso, intolleranza al freddo, difficoltà di concentrazione,  perdita dei capelli. Concomita spesso anche un ingrossamento della ghiandola (gozzo) che progressivamente diviene più dura alla palpazione, che deve essere valutato ecograficamente. Nella donna sono frequenti le irregolarità mestruali.
Questa malattia può essere associata ad altre malattie tipicamente legate ad una alterata funzione del sistema immunitario quali: malattia di Basedow-Graves, gastrite atrofica, morbo celiaco, miastenia, xerostomia, cheratocongiuntivite sicca, deficit surrenalico, menopausa precoce, vitiligine ecc

Si possono trattare con l'agopuntura sia gli ipertiroidismi sia gli ipotiroidismi di media entità, ovvero tanto le tiroidi che funzionano eccessivamente o poco. Ottimi gli effetti sulle tiroiditi e su quelle autoimmuni, come, appunto,  la tiroidite di Hashimoto, dove agisce sia i disturbi, sia modulando la risposta immunitaria,  agendo a livello psiconeuroendocrinologico potendo, in tal modo, agire sulla progressione della patologia.
Appare infatti solo una soluzione tampone quella di affidarsi unicamente alla terapia sostitutiva ormonale che mette fuori gioco i meccanismi di autoregolazione, che invece, l’agopuntura tende a riequilibrare.

Zeolina, proteina umanitaria



Prodotta dal Cnr unendo zeina e faseolina, questa nuova proteina è stata donata alla Bill e Melinda Gates Foundation, che l’ha impiegata per incrementare il valore nutrizionale della cassava (o tapioca o manioca), pianta commestibile che rappresenta una delle maggiori fonti di calorie per le popolazioni dei paesi in via di sviluppo

Grazie alla zeolina, una proteina ‘inventata’ dai ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), un gruppo di scienziati del Donald Danforth Plant Science Center, della University of Missouri (Stati Uniti) e dell’University of Puerto Rico-Mayaguez (Porto Rico), coordinato da Claude Fauquet, ha potuto incrementare il valore nutrizionale della tapioca o manioca, la radice commestibile, propriamente detta cassava, particolarmente utile per far fronte al fabbisogno proteico delle popolazioni dei paesi in via di sviluppo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica PloS One.
La zeolina è stata prodotta da un gruppo dell’Istituto di biologia e biotecnologia agraria (Ibba) del Cnr di Milano e dell’Istituto di genetica vegetale (Igv) del Cnr di Perugia. Mediante ingegneria genetica, unendo la zeina del mais e la faseolina del fagiolo, le due proteine più abbondanti nei semi di queste piante, è stata ottenuta una nuova proteina che possiede un contenuto di aminoacidi essenziali per la dieta umana più bilanciato di quello delle due piante di origine. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Plant Physiology.
“La zeolina è stata prodotta e utilizzata dai nostri laboratori”, spiega Alessandro Vitale dell’Ibba-Cnr, coordinatore del gruppo,“sia per verificare la possibilità di ‘inventare’ proteine più nutrienti, sia per studiare i meccanismi molecolari con cui i semi accumulano grandi quantità di proteina. Quattro anni fa abbiamo ‘donato’ il gene che permette la sintesi di zeolina, con un Accordo di trasferimento di materiale (Material Transfer Agreement, MTA), ai ricercatori che lavoravano al miglioramento della cassava, un progetto finanziato per scopi umanitari dalla Bill e Melinda Gates Foundation”.
La cassava (‘Manhiot esculenta’) ha una grande radice commestibile, resiste bene alla siccità e alla scarsità di nutrienti del suolo ed è perenne. Per queste caratteristiche, la tapioca o manioca è la terza fonte di calorie nell’alimentazione delle regioni tropicali e sub-desertiche, dopo riso e mais: in Africa, Asia e America latina la dieta di milioni di persone dipende da questa pianta.
“Malgrado l’elevato apporto calorico, dovuto all’amido, tutte le varietà conosciute di cassava hanno però un contenuto molto limitato di proteina”, spiega ancora Vitale. “I ricercatori americani e portoricani, introducendo nella cassava il gene che permette la sintesi della zeolina, hanno aumentato di quattro volte il contenuto proteico totale delle radici, che risulta in tal modo superiore a quello dei semi di mais”. Le piante non mostrano difetti di crescita e hanno un’ulteriore caratteristica positiva, “una riduzione di più del 50% nel contenuto di cianoglicosidi, composti tossici normalmente presenti nella pianta”, conclude il ricercatore Cnr, “la cui eliminazione richiede solitamente un laborioso processo di pelatura e fermentazione prima della cottura. La riduzione di queste tossine è dovuta probabilmente a un riorientamento del metabolismo della pianta transgenica verso la produzione di zeolina”.

26 gennaio 2012

La Carne che possono mangiare anche i Vegetariani: il Muscolo di Grano

Articolo di Giuditta Zuddas. 

Pensiamo ad una tavola imbandita: bistecche, roast-beef, spezzatino, cotolette, melanzane ripiene, polpettine, prosciutto. Il primo istinto sarebbe, nella maggior parte dei casi, quello di prendere coltello e forchetta e sedersi a mangiare. Ma se il padrone di casa fosse il signor Enzo Marascio, assaggiare queste prelibatezze, sarebbe per tutti una grande sorpresa... Si tratta infatti alimenti di origine vegetale al 100%, preparati con un impasto a base di farina di frumento, farina di legumi o di soia, acqua e olio, con l’aggiunta di spezie.
 
Enzo Marascio con la famigliaUna miscela che il suo ideatore Enzo Marascio, calabrese di Isca sullo Ionio, 50 anni e padre di due figli, ha deciso di chiamareMuscolo di grano, perché fosse chiaro sin dal nome, l'intenzione di presentarsi come un'alternativa alla classica fettina di manzo. Il muscolo di grano si presenta come l’alternativa italiana al seitan, per le notevoli caratteristiche nutrizionali in comune con questo alimento rispetto al quale è però molto meno conosciuto. Ci è sembrato quindi doveroso dare ampio spazio alla descrizione di questo prodotto tanto più che parlare con il suo ideatore è stato un vero piacere.
impasto muscolo di granoGiuditta: Signor Marascio qual è stato il motivo che l’ha spinta a creare il Muscolo di grano nel 1992?
Enzo Marascio: una quindicina di anni fa a causa del diabete e dell’ipertensione, il medico mi consigliò di smettere di mangiare la carne. Sono diventato vegetariano per necessità insomma. All’inizio mangiavo legumi ed altri prodotti della terra ed ero felicissimo perché sin dai primi mesi le mie condizioni di salute miglioravano notevolmente. Senza la carne a tavola però, mi sembrava che mancasse qualcosa.
impasto muscolo di granoG: il suo prodotto viene naturalmente accostato al seitan. E’ stato il metodo di lavorazione di questo prodotto a suggerirle la produzione del suo Muscolo di grano?
EM: senz’altro, è inutile negarlo. All’inizio mi sono limitato a comprare i classici prodotti per vegetariani a base di tofu, soia, seitan e altro, poi la curiosità e il desiderio di rendere un po’ più gustosi questi cibi mi ha spinto a cercare nel web notizie riguardanti le loro caratteristiche e i metodi di preparazione. Una volta trovate, mi sono detto perché non provare a prepararli da solo? Certo all’inizio il risultato non era dei migliori, anzi, si può dire che l’impasto definitivo del Muscolo di grano sia nato... da un errore! Stavo avvicinandomi all’impasto che avevo preparato per buttarlo via, perché l’avevo lasciato a riposo troppo tempo e pensavo non fosse più buono. Una volta alzato il panno con il quale lo avevo lasciato coperto, mi sono accorto che sulla superficie si era creata una striatura molto particolare, che ricordava in tutto e per tutto la muscolatura della carne. Lo garantisco il grano ha muscoli, pelle e cotenna. Certo ci sono voluti altri anni e tentativi finiti male, ma oggi riesco a fare bistecche e affettati con gusto e consistenza tipici della carne. Non si tratta più di seitan, ma di qualcosa di migliore.
salume di muscolo di granoG: cosa rende il suoi prodotti migliori di tutti gli altri di origine vegetale normalmente consumati dai vegetariani?
EM: sicuramente il muscolo di grano è migliore dal punto di vista nutrizionale: rispetto al seitan, ad esempio, contiene oltre alla farina di frumento, farina di legumi, che - come tutti sanno - un tempo erano detti la “carne dei poveri” proprio per il loro alto contenuto proteico. Il seitan è, inoltre, una tecnica congelata ormai da secoli, che non è in grado di far fronte alle esigenze di una moderna alimentazione. Il muscolo di grano, al contrario, è una proteina nobile e completa: è adatta a tutti coloro che non vogliono rinunciare a un sostanziale apporto proteico, ma che rinuncerebbero volentieri ai grassi che una dieta particolarmente ricca di carne porta con sé.
 
bistecca di muscolo di granoInoltre, pur partendo dalla tecnica della lavorazione del frumento, il muscolo di grano non contiene né carboidrati né glucosio. Ricordo inoltre che la componente proteica è di origine vegetale, priva di colesterolo, che la fonte lipidica è prevalentemente quella dell'olio extravergine di oliva, quindi di ottima qualità e che la conservazione è fatta solo con cloruro di sodio (il comune sale da cucina). Sono del tutto assenti nitriti, nitrati e ogni tipo di colorante. Come se non bastasse il Muscolo di grano è anche un alimento ipocalorico, apportando circa 140/150 Kcal ogni 100 grammi, indicato quindi anche nelle diete ipocaloriche. Sono particolarmente orgoglioso, poi, che il mio prodotto a breve entrerà a pieno titolo nella dieta alimentare degli atleti italiani che fanno capo al Coni. Questa è la migliore prova della sua salubrità e della sua versatilità.
arrosto di muscolo di granoG: con il suo impasto non si producono solo bistecche. Ci può parlare un po’ degli altri prodotti ?
EM: dopo aver ottenuto l’impasto ottimale, è stata un’esigenza fondamentale non solo per me, ma anche per tutta la mia famiglia, cercare di variare il più possibile la gamma di alimenti da impiegare nelle più diverse preparazioni gastronomiche. In quegli anni i miei due figli, Domenico e Lucia che oramai sono diventati adulti, si rifiutavano di mangiare la carne per solidarietà con il loro papà. “Se fa male al papà - dicevano - fa male anche a noi”. E' stato soprattutto il fatto che la mia famiglia avesse deciso di seguirmi in questa avventura vegetariana a ispirarmi tutti i prodotti che negli anni si sono aggiunti alla classica fettina. Oggi ci sono la fiorentina, l’arrosto, il filetto, le polpette, gli stracetti e tanti altri prodotti che prendono spunto, ma solo per il nome, dalle numerose preparazioni di carne. Sono poi particolarmente orgoglioso dei salumi, per i quali, ci tengo a dirlo, non sono mai stati utilizzati coloranti: il caratteristico colore rosso è ottenuto semplicemente aggiungendo della salsa di pomodoro.
spighe di granoG: il fatto di poter scegliere tra così tanti prodotti è sicuramente un motivo in più per decidere di vincere l’iniziale scetticismo e provare il Muscolo di grano. Non bisogna però dimenticare che si tratta pur sempre di alimenti prodotti con il grano. Facciamo quindi un passo in dietro. Ci parli dell’ingrediente principale del suo prodotto.
 
EM: per l’impasto del muscolo di grano utilizziamo esclusivamenteGrano Cappelli, una varietà di grano duro che cresce nel clima assolato e asciutto della Calabria, in particolare nel Marchesato crotonese, che venne selezionato durante il periodo fascista e che, a differenza delle molte varietà modificate, conserva ancora spiccate qualità proteiche e organolettiche. Io lo acquisto direttamente da privati che lo macinano con il classico metodo molitorio, anche perché, per la sua bassa resa, questa qualità è stata gradualmente sostituita a favore di varietà più produttive, e non è quindi di sempre facile reperibilità. Per il mio prodotto va bene qualsiasi qualità, ma il risultato che ho ottenuto con il Cappelli è eccellente: questo a mio parere differenzia i miei prodotti per gusto e consistenza dal seitan e dai derivati della soia. Inoltre tutti i prodotti della linea Muscolo di Grano provengono da una tecnologia agronomica naturale, che non impiega concimi chimici, pesticidi (anticrittogamici e antiparassitari) e diserbanti.
straccetti di muscolo di granoG: Signor Marascio lei crede che il Muscolo di grano sia una valida alternativa alla carne anche per coloro che non sono vegetariani?
EM: Il Muscolo di grano è utilizzabile come fonte proteica ad apporto nullo di colesterolo, quindi come alternativa a legumi (che però hanno un apporto proteico più basso), alle bistecche di soia, al seitan e al tofu. Se si gradisce il sapore e si supera la diffidenza iniziale può essere utile per diversificare le fonti proteiche di origine vegetale. Non va dimenticato poi, che ridurre il consumo di prodotti animali privilegiando quelli di origine vegetale, svolge un fondamentale ruolo di prevenzione di molte gravi patologie. Se si decide di assumere un programma alimentare a salvaguardia della salute, credo che i miei prodotti possano essere utili per non sentire troppo la nostalgia della carne. La prima volta che li si assaggia colpisce la loro consistenza: non sono affatto gommosi, anche se il taglio con il coltello rivela una morbidezza che per forza di cose è maggiore rispetto a quella della carne
 
affettati di muscolo di granoG: Come possiamo acquistare i suoi prodotti?
EM: Il Muscolo di grano e i suoi derivati sono per l'origine degli ingredienti necessariamente di provenienza limitata e circoscritta alla Calabria. Nonostante abbia iniziato la commercializzazione già nel 2002 non vengono ancora distribuiti nelle catene alimentari, ma è possibile acquistare i nostri prodotti on-line attraverso il sito web. Consiglio prima di effettuare l’acquisto di contattarci per ricevere il listino con tutti i prodotti facendo particolare attenzione alle offerte arcobaleno, che oltre ad essere particolarmente convenienti, sono composizioni di prodotti diversi realizzate proprio con lo scopo di farvi provare il Muscolo di grano in tutti i suoi sapori.
G: Eliminare completamente la carne dalla propria dieta è una scelta a cui spesso si è costretti da problemi di salute o da forti motivazioni ideologiche, non è sempre facile e probabilmente neanche necessario. Ma credo che variare la propria dieta e prendersi cura di se stessi a partire da ciò che si mangia sia un dovere di tutti. Conoscere questo prodotto e tutte le possibilità offerte dalla ricca gamma dei suoi derivati, mi ha fatto venir voglia di provare… Per incontrare il signor Marascio e i suoi prodotti, frequentate le numerose fiere alimentari dove da anni è presente con il suo stand... sempre che la curiosità non vi spinga a ordinarli via internet prima!
L'indirizzo di Enzo Marascio è
Via della Feluca 2
Isca Marina 88060
Cosenza
Tel 0967/54 68 07
e-mail: muscolodigrano@libero.it 

23 gennaio 2012

La dolcezza della natura...




È la pianta del momento, salita agli onori delle cronache perché dolcifica, non dà calorie, è...naturale, ed è stata ammessa dalla Comunità Europea. Si parla della Stevia rebaudiana Bretoni, appartenente alla famiglia delle Asteraceae, di origine sudamericana (Brasile e Paraguay), ricca di glucosidi dello steviolo (stevioside, dulcosidi e rebaudiosidi), dolcificanti fino a 300 volte lo zucchero. E sono proprio i glucosidi ad essere stati autorizzati. Dopo alcune lontane polemiche sul suo rischio di tipo cancerogeno, è stata approvata prima dalla FDA e ora anche dalla EFSA: categoria additivi, con atto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea alla fine del 2011. L'EFSA ne ha concesso l'uso dopo una valutazione del profilo di sicurezza, e come tale non ci devono essere dubbi, che invece potrebbero nascere solo qualora non fosse garantita la purezza delle sostanze utilizzate, come ad esempio circa i residui di solventi usati, o la presenza di principi attivi della pianta diversi dai glucosidi. Solo allora potremmo ipotizzare anche effetti farmacologici sul metabolismo glucidico e sulla escrezione renale di sodio e potassio. Altra raccomandazione: rispettare le dosi consigliate (4 mg/Kg di peso corporeo). La pianta non ha dimostrato effetti tossici, neppure rischi dal punto di vista cancerogeno, anche se, come tutti i dolcificanti, è bene limitarne il consumo, che andrebbe comunque evitato nei bambini piccoli.

Fabio Firenzuoli
Centro di Medicina Integrativa
AOU Careggi, Università di Firenze